Storia

Oggi l’associazione sportiva dilettantistica “Remiera Canottieri Cannaregio” è insediata in un modernissimo impianto realizzato dal Comune di Venezia a Sant’Alvise: gru e muletti elettrici per la movimentazione delle imbarcazioni, spogliatoi riscaldati con servizi igienici e docce di prim’ordine, ampi ed accoglienti locali per segreteria e riunioni, una pulita ed efficiente palestra, una vasta e ben tenuta flotta: quanta acqua è passata sotto i ponti da quando un manipolo di temerari ha fondato la società!

È il 1978: un oscuro via vai notturno da tempo sconsiglia ai residenti della zona di percorrere dopo il calar del sole la parte terminale della lunga calle che dai piedi del ponte dei Tre Archi, immettendosi in senso perpendicolare al Rio di Cannaregio, si inoltra fino al piccolo canale che lambisce a nord il margine della stazione ferroviaria.

L’ultimo portone in fondo è quello che consente l’ingresso alla vasta area dell’ ex Mulino Passuello.

Il complesso del Mulino, abbandonato già da diversi anni, si trova in grave stato di degrado: la lunga fondamenta sul canale interno parallelo alla stazione ferroviaria è adibita a discarica abusiva; i locali della casa del custode, già distrutta all’interno dei vandali, sono abituale punto di ritrovo e di rifugio di tossicodipendenti; le grandi sale delle macine e quelle dello stoccaggio della farina, ridotte ad immondezzai, sono il covo prediletto delle pantegane e nascondiglio sicuro di cose di provenienza furtiva; il grande spazio verde retrostante è ridotto ad una selva impraticabile, dove peraltro le piante rampicanti sono riuscite a scalzare parte dei tetti dei magazzini minori, facendo marcire le travature e causando i crolli di intere capriate.

Alcuni appassionati di voga, di fronte a tanto degrado, si propongono di recuperare l’area ricoverando all’interno della struttura le barche con le quali ogni giorno sono soliti percorrere in allenamento la laguna: Alberto Bastianello, Luciano De Min, Marino Mattiuzzo, Giusepe Pedrali e l’ormai anziano campione del remo Armando Dal Gesso nella primavera dello stesso 1978 iniziano un’ ardua opera di bonifica.

In estate nasce formalmente la società sportiva “Remiera Cannaregio”: i suoi colori sono il nero ed il verde; il suo simbolo è il ponte delle Guglie ed il suo primo presidente Giuseppe Pedrali.

Giorno dopo giorno si recuperano nuovi spazi e si restaurano ulteriori strutture. Armando Dal Gesso in una improvvisata falegnameria costruisce i primi sandoli; poco dopo Pedrali imposta la prima muta di mascarette sociali; nel frattempo viene addirittura varata una veneta a sei vogatori. Giorgio Bravo cura l’installazione della gru per l’alaggio ed il varo delle imbarcazioni. Cresce la flotta sociale, cresce il numero dei soci, che, grazie anche all’apertura della sezione femminile, nel 1982 sono quasi un centinaio.

Tra essi alcuni nomi di regatanti illustri che nella nuova società trovano l’ambiente ideale per la loro preparazione: primo tra tutti Renato Dal Mistro “Chinica”, il canareggiotto puro sangue, poppiere di Sergio Tagliapietra “Ciaci” e di Giuseppe Schiavon “Bufalo”, protagonista di innumerevoli regate storiche in gondolino.

Nel 1983 è già presente la palestra, che si sviluppa su una superficie di circa 200 mq. e che, curata da Graziano Sandri, e progressivamente arricchita di nuovi strumenti ed attrezzature, diviene una delle più complete di tutta la città.

Intanto si susseguono i presidenti; a Pino Pedrali subentra Giorgio Vettore sotto la cui guida viene completata l’opera di recupero edilizio; a Vettore subentra Sandro Picco che riesce ad ottenere dal Comune una concessione annuale (poi non più rinnovata) per l’occupazione e l’utilizzo dell’area ad uso sportivo.

Si creano le docce e gli spogliatoi per la sezione femminile, si realizzano ulteriori servizi ed arriva il riscaldamento.

Nel 1986 il socio Marino Almansi propone di aprire la sezione di canoa; nello stesso anno la società, previa verifica dei requisiti, viene affiliata alla Federazione Italiana Canoa – Kajak con la denominazione “Remiera Canottieri Cannaregio” e viene formata la squadra agonistica sotto la guida dell’allenatore Andrea Bellipanni.

Nel 1987 arriva il primo titolo italiano assoluto: Amalia Calzavara e Sandra Steraj con le maglie neroverdi conquistano sulle acque dell’idroscalo di Milano l’oro nel Kajak K2 metri 500.

Un grande pranzo organizzato nel salone all’ultimo piano con la regia di Giovanni Boscolo vede quasi duecento tra soci e familiari festeggiare a fine stagione le campionesse della canoa ed i campioni della voga alla veneta, tra i quali spiccano i fratelli Sergio e Stefano Tona, approdati alla Storica in gondolino.

Nel 1992 la Calzavara corona il suo sogno sportivo qualificandosi per le olimpiadi: chi arriva con il treno a Venezia scorge sulle spallette del ponte di ferro che collegava la stazione ferroviaria al Macello (rimosso una decina d’anni fa) un gigantesco striscione con la scritta: “Amalia Calzavara, dalla Remiera Cannaregio alle Olimpiadi di Barcellona”.

Nel frattempo i giovani atleti neroverdi Stefano Zennaro e Alessandro Santini vincono la storica su Pupparini; tra il 1992 ed il 1995 sono ben 24 i soci che, nelle varie categorie si qualificano per la regata in Canalazzo. Di particolare eccellenza la squadra femminile: tra le altre vestono via via in neroverde le pluribandierate Graziana Pavanello, Anna Campagnari, Marta Signorelli, Raffaella Memo e Gloria Rogliani.

Nel 1993, presidente Nicola Calella, approda in società come allenatore della canoa l’ex atleta delle Fiamme Gialle Paolo Carraro, 22 titoli italiani, sei volte protagonista ai Campionati del Mondo ed olimpionico a Los Angeles.

In breve si forma una squadra di una ventina di giovani quasi tutti del sestiere di Cannaregio che tra il 1994 ed il 1995 arriva ai vertici nazionali:; vengono acquistati, con il generoso contributo di soci e simpatizzanti, il pulmino ed il carrello portabarche per le trasferte.

La società non ha grandi disponibilità economiche ed i giovani atleti affrontano le gare organizzandosi con tende e con fornelli da campo; l’esperienza “spartana” stimola l’aggregazione, responsabilizza il gruppo e dà grandi soddisfazioni dal punto di vista umano, sociale ed agonistico.

Storica la medaglia di bronzo ai campionati italiani juniores di Cristian Basana e Matteo di Bello sulle acque di Sabaudia nella difficile specialità della canoa canadese, che negli ultimi decenni non aveva più visto alcun veneziano salire su podio.

Innumerevoli le medaglie in gare nazionali ed i titoli regionali conquistati da Michele Zennaro, Nicola di Vicari, Carlotta Molin, Cecilia Pedicone, Giorgia Molin, Marco Ballarin, Roberto Olivotto, Alessandro Fenzo, Marco Gavardina, Carlo Sbraccia, Tommaso Costalonga, Lorenzo Cibin, Andrea Trevisan, Marco Ziliotto, Marco Ronchi, Tommaso Rioda, Cristian Guadalupi.

Nel 1995 un altro socio, Marco Spinazzi, vince la regata storica dei giovani.

In società, alla cui presidenza è nel frattempo succeduto Luciano Costalonga, funziona a pieno ritmo una scuola di avviamento alla voga sotto le sapienti cure di Mario Vio.

Nel 1996, al triste annuncio che i locali dell’ex mulino, così come quelli del Macello, dovranno essere liberati per far posto ad insediamenti universitari, i soci (che nel frattempo hanno superato quota 150) reagiscono ordinando una nuova gondola di rappresentanza, ben presto realizzata con particolare cura dal maestro d’ascia e re del remo Franco Vianello “Crea”.

Nel 1997 con l’incombente minaccia dello “sfratto” non vengono più eseguiti i pur progettati interventi di risanamento e ristrutturazione, e Giancarlo Tona, da sempre l’”angelo custode” del cantiere, si trova a dover compiere sconsolatamente le sole opere di necessaria ed indifferibile manutenzione mentre il presidente Luciano Costalonga si trova davanti ad una responsabilità ancora maggiore di quella dei suoi predecessori: il compito di traghettare la società verso una nuova sede.

Si apre una lunga serie di trattative con il Comune e con l’università. La Cannaregio accetta il trasferimento solo se verrà modificato il progetto del nuovo promesso insediamento di Sant’ Alvise, consentendo l’inserimento della palestra.

Nel 2000 un altro eccezionale risultato agonistico : Michele Zennaro, proveniente dal vivaio della canoa, sportivamente nato e cresciuto nella Cannaregio, vince la storica dei giovani.

Dopo lunghe estenuanti trattative, nel 2002 finalmente il trasferimento nella struttura nuova fiammante realizzata dal Comune nell’ambito del complesso sportivo di S. Alvise. Ci si trova a dover far fronte all’ingente canone di affitto ed alle problematiche determinate dalla convivenza con altre otto società. Al presidente nel frattempo subentrato, Marino Almansi, il difficile compito burocratico di armonizzare le esigenze della Cannaregio, con il maggior numero di soci, con quelle, talvolta diverse, delle altre società ospitate nell’insediamento. Un tentativo di fusione generale, voluto soprattutto dalla Cannaregio, trova una adesione solo parziale, ed al momento viene accantonato: le società continuano ad operare individualmente, ognuna con un proprio consiglio direttivo ed una propria bandiera.

La struttura comune è gestita dall’assemblea delle otto società aderenti, rappresentate dai loro presidenti; la gestione operativa è affidata ad un consiglio di cui viene eletto primo presidente Gianfranco Cristante; la carica di direttore del Cantiere viene assunta da Gino Rosa, consigliere della Cannaregio.

La funzionalità della struttura e la comunanza degli ideali sportivi consentono il superamento delle divergenze; la Cannaregio mette a disposizione di tutti i soci, anche delle altre società, il proprio vastissimo parco canoe; anche la palestra, nel frattempo sapientemente curata da Roberto Barbato, viene aperta a tutti, dietro corresponsione di un modestissimo contributo per la copertura delle spese di guardiania, manutenzione e pulizia.

Nel frattempo la normativa tributaria impone obbligatoriamente una modifica della denominazione. Non più “società sportiva”, ma “associazione sportiva dilettantistica”, denominazione che dovrà obbligatoriamente comparire accanto al nome sociale pena la revoca dei benefici fiscali riconosciuti ai sodalizi sportivi.

Il 2005 segna un ulteriore successo dei colori neroverdi in storica: Gloria Rogliani trionfa nelle mascarette.

Nel 2006 ben quattro socie sono in ruolo a Murano nella classica su pupparini ad un remo: Gloria Rogliani (1^ class.), Anna Campagnari (2^ class), Francesca Calzavara (8^ class.) ed Erika Zane (9^ class.)

Sempre nel 2006 il nostro giovane Alessandro Pompeo, figlio di Marino, vince la storica dei giovani su pupparini, mentre i soci Guglielmo Marzi e Tiberio Sabbadin centrano la qualificazione in gondolino, e gareggiano in canalazzo con la vistosa scritta sulle maglie “Canottieri Cannaregio”, unici atleti della regata a pubblicizzare, anziché una impresa commerciale, una società sportiva.

Nell’aprile 2007, nel corso dell’assemblea annuale di inizio stagione, con grande soddisfazione il segretario tesoriere Otello Costalonga, uno dei pilastri della società, annuncia il superamento del traguardo dei duecento soci.

Nel luglio del 2007 nasce il sito Internet societario, curato dalla giovane socia e regatante Elena Almansi.

Nella storica del 2007 Alessandro Pompeo bissa il successo nella Regata dei giovanissimi, alla quale partecipano anche altri due giovani soci formati ai corsi di voga societari: Christian De Spirt e Antonio Convilli.

Nell’autunno 2007 parte il primo corso di voga per le scuole organizzato con le sole forze della società: sono ben 40 gli alunni delle terze medie del Marco Foscarini che, coordinati dalla loro insegnante e nostra socia Elisabetta Rado, per quasi due mesi si alternano su quattro caorline.

Nel 2008 Amalia Calzavara, ritornata all’agonismo con i colori neroverdi, conquista per la società tre nuovi titoli italiani di canoa, e rifonda la squadra che partecipa a tre diverse gare nazionali.

Gloria Rogliani, dopo aver vinto la regata di Murano ad un remo, trionfa anche nella Regata Storica delle donne, alla quale partecipano ben sei nostre socie. Al corteo storico sfila la “Serenissima condotta da un equipaggio femminile interamente composto da socie neroverdi.

La società si arricchisce di nuove barche: in particolare una gondola e due mascarete da regata; continuano i corsi di avviamento alla voga per i giovani studenti del Marco Foscarini e la società, con i soci giovani, supera il traguardo dei 250 iscritti.

Nel 2009 viene completata, grazie anche alle numerose auto tassazioni dei soci, la “muta” di mascarette, mentre altri due titoli italiani di canoa, conquistati dalla inesauribile Amalia Calzavara, vengono ad arricchire ulteriormente il palmarès sociale.

Nella voga alla veneta Guglielmo Marzi, neroverde “doc”, corona la sua brillante carriera di regatante entrando in Storica con il gondolino e conquistando, con Gaetano Bregantin, il quarto posto.

Il 2010 vede l’acquisto di una modernissima ed efficiente “barca appoggio”; la flotta sociale si arricchisce anche di un pupparino, di una gondola e di ben tre mascarette

Nel frattempo il numero dei soci praticanti la voga a livello agonistico è così lievitato che a fine stagione si rende necessario far disputare la regata sociale di chiusura su caorline a sei remi.

Corsi di avviamento alla voga per i giovanissimi, corsi di perfezionamento agonistico, scuole di canoa e di voga alla veneta per principianti, regate sociali per esordienti, per donne e per veterani continuano a costituire le principali attività della società per tutti coloro che vogliono frequentare sportivamente per diletto o per agonismo le acque della laguna.

Albo cronologico dei tesserati dalla fondazione al giugno 1983